L’allenamento cardiovascolare non è tutto uguale. Esiste una fascia precisa, chiamata Zona 2, che rappresenta uno degli strumenti più potenti (e sottovalutati) per costruire resistenza, bruciare grassi e migliorare la salute metabolica.
Mentre tanti puntano tutto sull’alta intensità, gli atleti più esperti — e gli allenatori più lungimiranti — sanno che è proprio nella Zona 2 che si costruiscono le basi della vera forma fisica.
In questo articolo, ti spieghiamo cos’è, perché è fondamentale nel fitness, e come puoi allenarti al meglio sfruttando questa fascia cardiaca.
Cos’è la Zona 2: una definizione semplice
Nel mondo dell’allenamento cardio, la frequenza cardiaca viene divisa in 5 zone, dalla Zona 1 (recupero attivo) alla Zona 5 (massimo sforzo). La Zona 2 è quella che corrisponde a un’intensità moderata, in cui sei ancora in grado di parlare ma inizi a sentire il respiro più profondo.
Si colloca indicativamente tra il 60% e il 70% della frequenza cardiaca massima (FCM). Ecco un esempio pratico:
- FCM stimata: 180 bpm
- Zona 2: tra 108 e 126 bpm
Questa zona attiva in modo massiccio il sistema aerobico, ovvero quello che utilizza l’ossigeno per produrre energia in modo sostenibile.

Perché la Zona 2 è così importante?
Allenarsi in questa zona cardiaca ha benefici trasversali, per atleti di endurance, crossfitter, sportivi amatoriali e chi vuole semplicemente restare in forma. Ecco i motivi principali per cui dovresti inserirla nella tua routine:
1. Migliora la capacità aerobica
È nella Zona 2 che si costruiscono mitocondri: le “centrali energetiche” delle cellule. Più mitocondri hai, più energia produci e più a lungo riesci a sostenere uno sforzo.
2. Brucia i grassi in modo efficiente
In questa fascia, il corpo utilizza prevalentemente i lipidi come carburante, risparmiando glicogeno muscolare. Questo significa migliore composizione corporea e metabolismo più attivo.
3. Favorisce il recupero attivo
Dopo allenamenti ad alta intensità, lavorare in questa zona favorisce il ripristino delle scorte energetiche e accelera il recupero muscolare, senza ulteriore stress fisiologico.
4. Riduce il rischio di infortuni
Essendo un’attività a basso impatto, aiuta a migliorare la resistenza articolare, la postura e la consapevolezza corporea, riducendo il carico su tendini e legamenti.
Come calcolare la tua Zona 2
Il metodo più semplice per individuare la tua Zona 2 è stimare la frequenza cardiaca massima con la formula 220 – età. Una volta calcolata la FCM, moltiplica per 0,6 e 0,7 per ottenere i limiti della Zona 2.
Esempio per una persona di 40 anni:
- FCM = 180
- Zona 2 = tra 108 e 126 bpm
Attenzione: si tratta di una stima. Per una precisione maggiore, puoi fare un test di soglia aerobica o utilizzare un cardiofrequenzimetro con sensori avanzati.

Quanto e quando allenarsi in questa zona cardiaca?
Gli esperti consigliano almeno 2-3 sessioni a settimana, della durata di 30-60 minuti ciascuna. L’obiettivo non è la fatica estrema, ma la costanza: più tempo passi in questa zona, maggiori saranno i benefici.
Puoi alternare l’allenamento in Zona 2 a giorni di HIIT, forza o mobilità, per costruire un programma davvero completo.
Le attività ideali per la Zona 2
La bellezza dell’allenamento in questa zona cardiaca è che non serve complicarsi la vita: basta muoversi con continuità e tenere sotto controllo il battito. Le attività più comuni sono:
- Camminata veloce
- Corsa leggera
- Ciclismo su strada o indoor
- Canottaggio o nuoto a ritmo costante
- Allenamento su AirBike o vogatore
Puoi anche utilizzare tapis roulant o cyclette — strumenti ideali per monitorare il ritmo — tutti facilmente acquistabili su DotFitness.it, dove trovi solo attrezzature selezionate da professionisti del settore.
Errori da evitare
Molti sottovalutano questa zona cardiaca o la eseguono troppo intensamente, sconfinando nella Zona 3, che è meno efficace per costruire base aerobica.
Ecco 3 errori comuni:
- Usare solo il “fiato” come riferimento, senza monitorare la frequenza cardiaca
- Iniziare troppo forte, superando la soglia dopo pochi minuti
- Saltare la Zona 2 perché “non fa sudare”: ricordati che la qualità conta più della quantità
In sintesi
Non serve essere maratoneti per trarre beneficio dalla Zona 2. Anche se pratichi Crosstraining, sollevamento pesi o sport da campo, inserire questo tipo di allenamento migliorerà le tue prestazioni globali e ridurrà il rischio di burnout.
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